Per ottenere questi dati lo studio è stato condotto su pazienti con una eta base di 65 anni o più che hanno trascorso un periodo di degenza ospedaliera in reparti di medicina generale.
Dalla comparazione dei dati raccolti è emerso che i pazienti che si sono sottoposti alle cure di un medico donna avrebbero un minore tasso di mortalità e soprattutto un minore tasso di ricadute rispetto ai pazienti trattati da medici uomini.
A dire il vero la differenza fra i due non è enorme, ma esiste. In particolare, il tasso di mortalità dei pazienti a 30 giorni dalle loro dimissioni si è rivelato essere dell 11,07% per i medici donna e 11,49% per i medici uomini, così come il tasso di nuovi ricoveri in ospedale si attesta all’ 15,02% per i medici donne e 15,57% nei pazienti dei medici uomini.
Si tratta di una percentuale decisamente molto bassa e su cui probabilmente può aver giocato anche un fattore casualità, come hanno voluto precisare i medici uomini soggetti allo studio.
Ciò che è più interessante in questa ricerca secondo i curatori è che, secondo la letteratura scientifica, i medici donna seguono più attentamente le linee guida cliniche, prescrivendo esami più aderenti agli standard rispetto ai colleghi maschi, oltre a usare più spesso una comunicazione centrata sul paziente.
Si tratta del primo studio di “genere” effettuato in questo settore, che potrebbe aprire la strada ad altri studi comparativi tra uomo e donna nello svolgimento di attività professionali simili.